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IL DISINGANNO DI UNA FOTOGRAFIA

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audario
view post Posted on 29/5/2010, 15:16




Da un vecchio elzeviro del Corriere:

IL DISINGANNO DI UNA FOTOGRAFIA

In ogni immagine si nasconde un rivale che dice: quel che tu credi reale è soltanto sogno.
La memoria involontaria, quella che appare all' improvviso, si insinua nella mente e con immagini la intrattiene, la memoria che ti arriva quando intingi nel tè la madeleine di Proust, quella mi sta bene. È gentile, romantica o dolcemente malinconica, e la sua capacità di trasfigurazione si accompagna alla disposizione dell' animo, gli tiene compagnia. Ma la memoria che bruscamente mi arriva dall' album di fotografie che sto sfogliando, quella non mi sta bene, mi assale e disturba l' accomodamento che ho stabilito con la mia vita. Quel ragazzo che vedo nella foto ed io, siamo la stessa persona? Com' è possibile? Eppure è così, lo dice la foto. Lo dice? A chi lo dice? A me non dice proprio niente. Tra me e quella fotografia c' è il tempo, ma il suo trascorrere dov' è? È stato tutto così inavvertibile! E ora la brusca irruzione di «quello lì» della foto, che non conosco e non riconosco, di quel ragazzo che dovrei essere stato io, mi fa solo voltare velocemente la pagina dell' album. Via, via, andiamo via! E quest' altra fotografia di me con lei, abbracciati e sorridenti al tempo del primo amore, cosa mi dice? Di quale istante la fotografia ha colto e fermato il passaggio? E come faccio ad arrivare a quell' istante andando a ritroso e risalendo il tempo? Non conosco il percorso e forse non c' è, forse «il passato non esiste», lo ha detto un famoso scrittore e guardando questa foto capisco cosa voleva dire. Non esiste perché il sorriso di quei due, di me più giovane e di lei bellissima, non puoi più farlo ritornare, non puoi afferrarlo, non ti appartiene, e così la bellezza di lei. C' è un guardiano armato che vi tiene lontani da quel sorriso. Quel guardiano vigila sul confine dell' Irreversibilità del tempo, non permette, non permetterà mai, al vissuto di essere rivissuto. Mai, mai più, permetterà a quel sorriso di riapparire allo stesso modo e con lo stesso sentimento su quei visi. Ma non solo le persone mi mostra quest' album - e i cari amici scomparsi, e mia figlia appena nata, e il tuffo che feci una volta, e un' allegra comitiva in gita, un matrimonio, mi mostra anche i luoghi, le case, le stanze. Era quella la terrazza sul mare con noi seduti a tavola in una bella giornata e Rosaria che serviva un fritto di gamberi e calamari? Ed era quello il giardino della villa dove sotto i rami della grande tuia si discuteva animatamente nelle sere d' estate quando davvero sembrava che il tempo si fosse fermato? E dov' è finito il salice piangente piegato sulla fontana che ora senz' acqua s' è tutta rinsecchita? Chi lo ha tagliato? E il tennis, il rumore della palla sulla racchetta, il grido del punto o del fallo, fu tutto così effimero? La foto me lo conferma. E quante sono le foto della felicità vera o mostrata, vera o «in posa»? A chi sorride la ragazza che amavo? Non a me che sto scattando la foto ma so bene a chi, col senno di poi. A qualcuno, al mio rivale, che nella foto non appare, ma c' era e con la sua presenza mi feriva. Ora non più, ora quella ferita è scomparsa, è scomparsa la ragazza, dimenticata, quasi non fosse mai esistita. Ma in ogni fotografia dell' album è come se ci fosse qualcuno nascosto, qualcuno che come il mio rivale non appare ma c' è, una presenza che dice: quel che tu credi reale, quello che questa foto ti mostra come reale, la bellezza, il sorriso, il tuffo, l' albero, i volti, il giardino, il tennis, è solo apparenza, è un sogno. E però mentre tu guardi quest' album, tu sei sveglio e lo sai. Uh, guarda, quello è mio padre, quella è mia madre! Quella è ancora la terrazza della casa sul mare, loro sono più giovani di me che ora li sto guardando, molto più giovani. Perché non mi dicono nulla se ancora li amo? Come sono silenziose le fotografie! Immote e silenziose, mortuarie. E quanti morti sembrano già morti prima di morire quando sono ripresi. Come se la foto quando viene scattata già rivelasse a ognuno quel che lo aspetta e sta in agguato. Eravamo felici o fu un inganno? Non è anche la fotografia che sto vedendo un inganno di luce e ombra? Ingannevole fu ogni cosa o persona, è di questo che parla l' album, dell' inganno consueto cui fummo assuefatti, ingannevole la giovinezza e la felicità, ingannevole la bellezza e la vita, ingannevole il negativo e il positivo all' origine di ogni foto. Chiudiamolo quest' album.

Raffaele La Capria.



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