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Utilizzo del flash

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audario
view post Posted on 17/10/2007, 16:43 by: audario




Il flash fa brillare i colori, consente i diaframmi chiusi indispensabili alla profondità di campo, e con la sua brevissima emissione luminosa permette di "congelare" anche il battito delle ali di un sirfide.

Ma come, dirà qualcuno, il flash serve quando c'è poca luce, non quando c'è il sole. E qui sta l'errore di fondo. Perché quando c'è poca luce il flash serve a poco: quello che serve davvero, il più delle volte, è il cavalletto. Quando invece la luce è tanta, ma proviene dalla direzione sbagliata, allora serve una fonte di luce "nostra", direzionabile e dosabile a piacere. Il fatto che molti dilettanti non la usino è solo perché non ne hanno ancora scoperto le infinite potenzialità creative.

FILL-IN
Per riuscire a digerire il principio del fill-in diurno dobbiamo prima di tutto disinserire gli automatismi e lavorare in manuale (lo so, a questo punto qualcuno verrà colto dal panico, ma poi passa), partendo dal presupposto che si sta utilizzando un flash manuale (tipo il buon vecchio Metz 45 CT-1). Questo è il primo passo ed è indispensabile, altrimenti diventa difficile capire davvero che cosa succede. Poi potremo far lavorare il TTL, ma solo dopo avere interiorizzato e fatta nostra tutta la procedura.

Incominciamo col considerare l'eventualità più semplice: il cosiddetto fill-in diurno, cioè la corretta illuminazione di un soggetto in ombra contro uno sfondo illuminato.

Con una macchina dotata di otturatore centrale (una compatta regolabile manualmente, certi apparecchi di medio formato e le macchine di grande formato) non ci sono problemi: la sincronizzazione con la luce-lampo avviene su tutti i tempi di otturazione, per cui è sufficiente
1. Effettuare la messa a fuoco e verificare, sulla scala delle distanze, la distanza del soggetto;
2. Consultare la tabella del calcolo del numero-guida applicata sul flash e verificare con quale diaframma si ottiene una corretta illuminazione a quella distanza;
3. Effettuare la misurazione esposimetrica sullo sfondo, usando la priorità dei diaframmi e impostando il diaframma dato dal calcolo del numero-guida;
4. Impostare il tempo risultante;
5. Scattare.
A questo punto avrete un soggetto illuminato dal flash e uno sfondo correttamente esposto.

Esempio:
Il flash ha un numero-guida pari a 45.
1. Il soggetto è a quattro metri;
2. Consultando la tabella si vede che per illuminare un soggetto posto a 4 metri è necessario un diaframma 11;
3. Misuriamo l'esposizione per lo sfondo mantenendo fisso il diaframma. L'esposimetro suggerisce la coppia f/11 con 1/500 di secondo;
4. Impostiamo 1/500 di secondo e scattiamo.

Attenzione! Il numero-guida di ogni lampeggiatore portatile è dato, per convenzione, in riferimento a una pellicola da 100/21° ISO. Se si usa una pellicola di sensibilità diversa, le cose cambiano. La tabellina riportata sul flash consente un calcolo rapido e semplice anche in questo caso.

Se il soggetto non è in ombra e l'esigenza è solo quella di ammorbidire i contrasti (ritratto sulla spiaggia), seguite la stessa procedura ma impostando il flash a metà della sua potenza.

Se intendete ottenere effetti particolari (ad esempio uno sfondo più scuro allo scopo di eliminare elementi di disturbo), non vi resta che ridurre il tempo di otturazione.

Tutto questo, ripeto, se usate un apparecchio dotato di otturatore centrale, sincronizzabile su tutti i tempi.



Con l'otturatore sul piano focale che equipaggia le reflex 35 mm le cose cambiano. Vediamo perché.

Nella sua forma più semplice, l'otturatore sul piano focale è costituito da due tendine (per questo si chiama anche otturatore a tendina) in tessuto gommato o in metallo, che scorrono appaiate davanti alla finestrella di esposizione (SI VEDANO LE FIGURE E LE SPIEGAZIONI DI TRE POST PRECEDENTI A QUESTO). Il tempo di otturazione è dato in pratica dalla larghezza della fessura esistente tra le due tendine. Nei tempi rapidi la finestrella di esposizione non è mai completamente scoperta, ma viene "scandita" dalla fessura determinata dalla posizione reciproca delle tendine. Se il flash scattasse in questa fase, illuminerebbe soltanto una "fetta" del fotogramma. A mano a mano che il tempo si fa più lungo la fessura tra le tendine si allarga, fino a che si arriva a un valore (diverso a seconda dei modelli) impostando il quale la fessura tra le tendine è larga quanto la finestrella di esposizione. In pratica, impostando quel tempo c'è un momento in cui la prima tendina è già arrivata a fine corsa ma la seconda non è ancora partita. Se il flash scatta in questo istante preciso, illumina correttamente e uniformemente tutta l'area del fotogramma. Questo tempo di otturazione (diverso, ripetiamo, da macchina a macchina) è il tempo di sincronizzazione per la luce-lampo, di solito evidenziato dal colore rosso sulla ghiera dei tempi (è anche il tempo che si imposta automaticamente ruotando il selettore sulla X).

Quello che il principiante non considera è il fatto che questo non è l'unico tempo di sincronizzazione, ma bensì il tempo minimo di sincronizzazione. Questo vuol dire che il flash può essere usato non solo con questo tempo, ma anche con tutti i tempi più lenti.

Come fare, allora, se si vuole illuminare con il flash il soggetto (o il primo piano) lasciando lo sfondo correttamente esposto? Vediamo il procedimento passo per passo.
1. Effettuare il calcolo dell'esposizione per lo sfondo, mantenendo come tempo il tempo di sincronizzazione: il diaframma verrà di conseguenza suggerito dall'esposimetro. Con le macchine a priorità dei diaframmi, cercate il diaframma impostando il quale la macchina suggerisce un tempo pari al tempo di sincronizzazione;
2. Controllando la tabella per il calcolo del numero-guida, verificare se il diaframma suggerito dall'esposimetro per lo sfondo è sufficiente per ottenere la corretta illuminazione del soggetto alla distanza data.

A questo punto si danno tre casi:

Primo caso. Il diaframma suggerito dall'esposimetro per lo sfondo è esattamente quello necessario ad illuminare il soggetto a quella data distanza: ringraziare la sorte e scattare.
Esempio:
Il soggetto è sempre a quattro metri. Il numero-guida del flash è sempre 45. Il tempo di sincronizzazione della nostra macchina è pari a 1/125 di secondo.
1. Tenendo fisso questo tempo, calcoliamo per lo sfondo un diaframma pari a 11;
2. La tabella del calcolo del numero-guida ci dice che f/11 è il diaframma corretto per illuminare un soggetto posto a 4 metri;
3. Non resta che scattare.

Secondo caso. Il diaframma suggerito dall'esposimetro per lo sfondo è più aperto di quello necessario ad illuminare il soggetto: così lo sfondo risulterà correttamente esposto ma il soggetto risulterà troppo illuminato.
Soluzioni:
1. Ridurre la potenza del flash;
2. Chiudere il diaframma al valore ricavato dalla tabella del numero-guida e incrementare proporzionalmente il tempo di otturazione, ricordando che il flash funziona non solo con il tempo di sincronizzazione proprio dell'apparecchio, ma anche con tutti i tempi più lenti.
Esempio:
Il soggetto è sempre a quattro metri. Il numero-guida del flash è sempre 45. Il tempo di sincronizzazione della nostra macchina è pari a 1/125 di secondo.
1. Tenendo fisso questo tempo, calcoliamo per lo sfondo un diaframma pari a 8;
2. La tabella del calcolo del numero-guida ci dice che f/11 è il diaframma corretto per illuminare un soggetto posto a 4 metri. Se mantenessimo f/8, il soggetto risulterebbe sovraesposto, per cui, in alternativa:
a) Dimezziamo la potenza del flash;
b) Impostiamo f/11 con 1/60 di secondo: coppia che equivale a f/8 con 1/125 ma che ci permette di illuminare correttamente il soggetto mantenendo invariata l'esposizione per lo sfondo.

Terzo caso. Il diaframma suggerito dall'esposimetro per lo sfondo è più chiuso di quello necessario ad illuminare il soggetto: così lo sfondo risulterà correttamente esposto ma il soggetto risulterà poco illuminato.
Soluzione: poiché non è possibile aprire il diaframma per impostare un tempo più rapido di quello di sincronizzazione, occorre avvicinare il flash al soggetto. Il che non vuol dire cambiare punto di ripresa, ma munirsi di un cavo e imparare che il flash può, ed anzi deve, lavorare a una certa distanza dalla macchina. Il che, oltretutto, aiuterà ad eliminare il fastidioso fenomeno degli occhi rossi derivante dal flash barbaramente montato sulla slitta a contatto caldo.
Esempio:
Il soggetto è sempre a quattro metri. Il numero-guida del flash è sempre 45. Il tempo di sincronizzazione della nostra macchina è pari a 1/125 di secondo.
1. Tenendo fisso questo tempo, calcoliamo per lo sfondo un diaframma pari a 16;
2. La tabella del calcolo del numero-guida ci dice che f/11 è il diaframma corretto per illuminare un soggetto posto a 4 metri. Se impostassimo f/11 lo sfondo risulterebbe sovraesposto, e non potremmo in ogni caso ripristinare la reciprocità impostando 1/250 di secondo (dato che il tempo minimo di sincronizzazione della nostra macchina è pari a 1/125). D'altro canto, con il flash a 4 metri e un diaframma 16 il soggetto risulterebbe sottoesposto.
L'unica soluzione è accorciare la distanza flash-soggetto. Consultando la solita tabella vediamo che con f/16 si ha una corretta illuminazione a una distanza di tre metri. A questo punto sarà sufficiente un metro di cavo!

un inevitabile corollario di quanto detto fin qui consiste nell'ovvia constatazione che quanto più il flash è potente tanto meglio è. Un flash potente si può ridurre o schermare; si possono impostare tempi lenti per chiudere il diaframma quanto basta... insomma, si ha a disposizione uno strumento versatile. Al contrario, non si può aggiungere potenza là dove non ce n'è, e se la luce è poca non c'è santo che tenga.

Perciò io preferisco un buon flash manuale di elevata potenza, magari acquistato per poco più di cento Euro sul mercato dell'usato, a un lampeggiatorino magari TTL, con tanto di prelavaggio e macchinetta del caffè incorporata, ma che non è in grado di illuminare a più di cinque metri senza farsi venire l'asma!

Michele Vacchiano © 2/2003

Applichiamo quel che abbiamo visto:
imageScatto con flash montato sulla macchina, lettura con esposimetro sul soggetto: f/5.6 a 1/250 -tempo minimo di sincronizzazione della nostra macchina, una Nikon D2H-. Il soggetto è a 10m, utilizzo un 80mm ed un flash Nikon SB800, NG a 100 ISO per 85mm pari a NG=53. Leggo con l'esposimetro lo sfondo: ci sono 5 stop di differenza rispetto al soggetto (dovrei utilizzare 1/250 a f/1). Il NG, come detto è pari a 53: 53/1=53m, distanza a cui dovrebbe trovarsi il soggetto per essere correttamente illuminato, mentre invece è a 10m. Il soggetto sarebbe eccessivamente illuminato, praticamente "sparato" come se si dovesse trovare ad una distanza più di 5 volte maggiore. Allora chiudo il diaframma di cinque stop rispetto a f/1: f/5.6 ed uso un tempo di scatto cinque volte maggiore di 1/250: 1/8. Si tratta di un tempo più lento di quello di sincronizzazione e pertanto sarà perfettamente utilizzabile con la luce lampo.image.
Per inciso, lo stesso risultato si avrebbe avuto utilizzando la funzione automatica del flash "slow-sync", però -ripetiamo- scegliere noi la coppia tempo/diaframmi ci permette, magari non in questo caso, di essere più creativi, di essere noi a dire alla macchina ed al flash cosa devono fare e di non essere comandati da loro; comunque è sempre meglio in ogni caso sapere quel che si sta facendo... A tal proposito, sarà inutile dirlo, ovviamente usando lo "slow-sync" dovrete usare quasi sempre il cavalletto: se vi siete calcolati il tempo di scatto e vedete che è 1/8s, non vi chiederete neppure il perchè.... :rolleyes:

Edited by audario - 25/8/2008, 13:08
 
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