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Utilizzo del flash

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audario
view post Posted on 17/10/2007, 16:23 by: audario




Ritorniamo al nostro problema con numero-guida pari a 45, per cui la distanza massima di illuminazione corrispondente a f/11 è di quattro metri.

A questo punto si hanno tre casi:
a) Il soggetto è a una distanza pari a quattro metri? In questo caso si può scattare senza problemi, certi che tanto lo sfondo quanto il soggetto riceveranno la stessa quantità di luce;
b) Il soggetto è a una distanza superiore ai quattro metri? In questo caso bisognerebbe aprire il diaframma, portandolo per esempio a f/8. Ma così facendo lo sfondo risulterebbe sovraesposto di uno stop. Con una macchina a otturatore centrale non ci sarebbero problemi: si porterebbe il tempo a 1/250 e si scatterebbe la foto. Con l'otturatore a tendina questo non si può fare: quando il tempo di sincronizzazione è di 1/125 di secondo, impostare 1/250 significherebbe oscurare parzialmente il fotogramma. L'unica soluzione consiste quindi nell'avvicinare il flash al soggetto (il che non vuol dire necessariamente avvicinare la fotocamera);
c) Il soggetto è a una distanza inferiore ai quattro metri? Se si fotografasse in questa situazione il soggetto risulterebbe troppo illuminato. Perciò occorrerà impostare un diaframma più chiuso, ad esempio f/16. Per evitare che lo sfondo risulti sottoesposto di uno stop sarà sufficiente raddoppiare il tempo di otturazione, portandolo a 1/60. Si tratta di un tempo più lento di quello di sincronizzazione e pertanto sarà perfettamente utilizzabile con la luce lampo.

Tutto questo va fatto qualora si vogliano mantenere inalterati i valori tonali dello sfondo illuminando correttamente il soggetto. Ovviamente si possono effettuare scelte diverse. Nell'ultimo caso che abbiamo preso in considerazione (lettera c), possiamo anche scegliere di sottoesporre lo sfondo di uno o più diaframmi. Questo può rivelarsi vantaggioso quando ad esempio lo sfondo rischia di disturbare la corretta lettura del soggetto, vuoi perché troppo confuso o denso di informazioni non utili alla composizione, vuoi perché inadeguato dal punto di vista cromatico e tonale.

Da quanto detto fin qui risulta evidente che quanto più il flash è potente tanto più facilmente si possono gestire le diverse situazioni sopra descritte. Un flash debole non serve a molto, a meno che il soggetto non sia davvero vicino.



Nella fotografia ravvicinata o nella vera e propria macrofotografia il bilanciamento tra i valori tonali dello sfondo e quelli del soggetto si ottiene ricorrendo a più fonti di luce. Un solo flash rivolto sul soggetto, oltre a creare ombre troppo nette nelle zone non direttamente illuminate, rischia di generare quegli sfondi "notturni" che non sempre risultano appropriati. Quando sono in gioco i forti rapporti di riproduzione propri della macro e i diaframmi chiusi necessari a garantire un'accettabile profondità di campo, lo sfondo di fatto non riceve luce, anche se illuminato dal sole. Risulta pertanto necessario aumentare il numero dei lampeggiatori, anche se questo si traduce in una minore maneggevolezza del sistema di ripresa. Tre lampeggiatori sono una buona scelta: i primi due, laterali e opposti l'uno all'altro, forniranno rispettivamente la luce principale e la luce di schiarita; il terzo, sistemato direttamente sulla slitta a contatto caldo e dotato di diffusore grandangolare allo scopo di ammorbidire l'emissione luminosa, avrà la funzione di amalgamare ulteriormente l'insieme e di schiarire lo sfondo. Un eventuale quarto flash, tenuto in mano da un assistente, fornirà la luce d'accento, cioè il controluce capace di dare al soggetto il giusto rilievo tridimensionale.

Si può poi verificare la necessità di compensare, schiarendolo leggermente, un soggetto già correttamente illuminato ma più contrastato di quanto sarebbe necessario. E' il caso delle fotografie sotto il sole, nelle quali il flash ha lo scopo non tanto di adeguare l'illuminazione del soggetto a quella dello sfondo, quanto di eliminare le ombre dal viso. In questo caso, un fill-in a tutta potenza rischierebbe di appiattire eccessivamente il soggetto, apparendo oltretutto innaturale. L'utilizzo del flash a potenza ridotta (o con un diaframma più chiuso di quello che sarebbe richiesto dal rapporto numero-guida/distanza) consentirà l'ammorbidimento delle ombre pur senza eliminarle del tutto.

Il caso, prima citato, del sole al tramonto alle spalle del soggetto merita particolare attenzione. Se ci si limitasse ad illuminare il primo piano secondo la procedura sopra illustrata si otterrebbe un'immagine cromaticamente scompensata: la luce diurna del lampeggiatore che illumina il soggetto contrasterebbe sgradevolmente con i toni più "caldi" del tramonto: nel contrasto, il soggetto apparirebbe illuminato da una luce bluastra e sgradevole. Per ovviare a questo inconveniente sarebbe opportuno schermare la parabola del flash con un filtro leggermente ambrato. In questo modo anche il soggetto apparirà illuminato dalla luce del tramonto, come se fosse stato utilizzato un pannello riflettente e non il flash. Per motivi di "credibilità" fotografica (oltre che per evitare un'illuminazione piatta e priva di interesse) sarebbe poi opportuno disporre il flash a lato della fotocamera, in modo da ottenere un'illuminazione più o meno angolata. In questo caso può rivelarsi utile un secondo flash (o una superficie riflettente) posizionato sul lato opposto.




E quando proprio non c'è luce? Insomma, quando si verifica l'unica condizione che spinge il dilettante a usare il flash? Ebbene, quando la luce è scarsa il flash serve a poco!
Sorpresi? Esaminiamo due casi.

L'ambiente è buio ma il soggetto è sufficientemente vicino da poter essere illuminato dal flash.
In questo caso, siamo davvero sicuri di volerlo fare? Se l'ambiente è in penombra, siamo sicuri di volerlo investire con una luce di tipo solare? Pensiamo all'interno di una stanza, di un rifugio, di una tenda. Pensiamo al senso di intimità che solo la luce disponibile è in grado di suggerire. Pensiamo alla luce cruda e piatta del flash, agli occhi rossi, agli sguardi spiritati, agli oggetti della stanza impietosamente illuminati come se improvvisamente un gigante dispettoso avesse scoperchiato il tetto. E chiediamoci: l'immagine che voglio comporre ha davvero bisogno di tutta quella luce?

* Se la risposta è affermativa, ricordiamo che il flash dovrebbe essere puntato sul soffitto, o su una parete, o su un tendaggio, allo scopo di fornire una luce più diffusa e meno tagliente. Utili anche i pannelli riflettenti o i "palloncini" che simulano un'illuminazione da soft-box.
* Se la risposta è negativa, utilizziamo la luce disponibile, fissando la macchina al cavalletto.

L'ambiente è buio e il soggetto è troppo lontano per essere raggiunto dalla luce del flash.
Sembra una banalità, ma molti principianti non si rendono conto che il flash ha una portata limitata e che più di tanto non può fare. Usare il flash di sera per fotografare una piazza vuol dire ottenere un primo piano ben illuminato (magari la schiena di un passante) e uno sfondo illeggibile. L'unica soluzione è l'uso del cavalletto, unito a una pellicola di sensibilità medio-alta.

Michele Vacchiano © 7/2001

Edited by audario - 19/10/2007, 15:53
 
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