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Utilizzo del flash

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audario
view post Posted on 15/10/2007, 13:27 by: audario




IL CONTENUTO DI QUESTA DISCUSSIONE E' STATO SPOSTATO NEL NUOVO BLOG (2017): http://lnx.audario.it/2017/02/15/uso-del-flash/

IL FLASH: CHI LO SA UTILIZZARE APPIENO?
Esistono vari accessori, tutti indispensabili per fare foto un pò 'diverse' dalla solita foto amatoriale/dozzinale, che danno la possibilità al fotografo di esprimere una propria creatività: mi riferisco ai filtri, al cavalletto, al flash;
mentre i filtri sono di facile utilizzo e poco ingombranti, mentre il cavalletto è ingombrante ma di riconosciuta necessità, per qunto rigurda il flash si sentono spesso anche professionisti dire 'preferisco non usarlo', 'poche volte è necessario', 'sono meglio le foto senza flash che quelle con' e così via, per cui anche chi possiede il flash spesso lo lascia a casa, dopo un periodo di entusiastica prova iniziale. La mia opinione è che il più delle volte questi argomenti vengono sostenuti perchè in realtà usare bene e consapevolmente il flash è spesso più complicato che saper usare la stessa macchina fotografica... Complicato ma non così da non usarlo perchè frustrati dai primi, pochi tentativi.

Intendiamo redigere (alla solita maniera di questo forum, mettendo insieme 1. quel che sappiamo, 2. quel che si trova in giro sul web, 3. i vostri preziosi interventi) due guide sull'utilizzo della luce in fotografia, la prima è questa sul flash, ne seguirà un'altra sull'illuminazione da studio.

Premettiamo che questa guida parte da due presupposti:
I) se saputo utilizzare, il flash è utile in più del 50% delle foto che scattate, qualsiasi sia il vostro ambito preferito (ci avviciniamo al 100% per le macro o i ritratti, ad un buon 15% per i paesaggi, al 50% per reportage o sport);
II) saper utilizzare il flash non significa solo usarlo in modalità TTL (è un pò come usare solo in automatico la stessa macchina fotografica), ma bisogna conoscere anche il funzionamento in manuale, in Auto, conoscere la modalità sincro o il fill-in. In realtà per utilizzare bene un flash avanzato, che ha la comodità del funzionamento TTL, bisognerebbe avere in passato posseduto un flash manuale meno avanzato; ripeto, è come usare in modalità automatica la macchina fotografica: non c'è nulla di male, ma la creatività viene spesso fuori se siamo noi a dire alla macchina o al flash cosa fare, invece di farci comandare da loro.


- Esistono casi in cui la bravura del fotografo sta nel non usare il flash, per riportare correttamente la luce ambiente, come (fotografie di Alessandra Verdecchia © 1999, da www.nadir.it)
jpg jpg
In questi casi, invece del flash, occorrono: cavalletto, alti ISO (400), ottiche molto luminose (50/1.4 oppure 85/1.4).

- Esistono casi in cui la luce ambiente è sufficiente; ma quando non lo è (e sarete d'accordo che magari è anche la maggioranza dei casi)? Allora, come lo definisce il fotogrfo Michele Vacchiano, diventa indispensabile saper utilizzare il 'sole portatile': 'Il flash non serve solo quando è buio. Anzi, quando è buio raramente serve davvero. E allora quando? Soprattutto quando ci sono delle ombre da schiarire, dei contrasti da compensare, degli effetti di luce da creare. Perché lui, il flash, non è un comune accessorio. No, lui è il nostro piccolo sole portatile!'. Riportiamo qui estrapolando dall'articolo linkato, integrandolo via via (LE FOTO RIPORTATE SONO TRATTE dal manuale del Flash NIKON SB-800):

La luce solare genera ombre e queste ombre sono tali da deturpare irrimediabilmente anche il viso più grazioso. Se avete già fotografato una bella ragazza sulla spiaggia nelle ore centrali della giornata capirete perfettamente a che cosa mi riferisco: gli occhi resi invisibili dall'ombra dell'arcata sopraccigliare, il volto scavato dall'ombra degli zigomi, ma soprattutto l'ombra del naso che taglia in due il labbro superiore. I fotografi di una volta, quelli che giravano per le spiagge con la Leica a telemetro e l'Agfapan 25, avevano una regola fissa: esporre per le ombre e sviluppare per le luci, il che significa, in parole più tecniche, sovraesporre e sottosviluppare allo scopo di mantenere contenuti i contrasti. Il resto lo facevano in fase di stampa, ché la pancromatica a grana fine la potevi strapazzare come volevi sotto l'ingranditore. Con le invertibili a colori, la cui latitudine di posa è elastica quanto un cavo di acciaio al molibdeno, questo non si può fare, e l'unico modo per mantenere basso il contrasto è agire in fase di ripresa. Il che vuol dire essere capaci di ammorbidire le ombre.

Un altro problema è costituito dal controluce. Il sole al tramonto sullo sfondo è sicuramente suggestivo, ma in simili condizioni non è possibile illuminare correttamente anche il soggetto principale, che rischierà di apparire come una sagoma nera e indistinta. Una misurazione spot sul soggetto non risolverebbe le cose, dal momento che causerebbe un'eccessiva sovraesposizione dello sfondo, con effetti tutt'altro che gradevoli.

I metodi utilizzabili per ammorbidire le ombre e per compensare i contrasti eccessivi sono numerosi. Il più semplice è l'uso di una superficie riflettente. Fotografando sulla spiaggia, è sufficiente chiedere al soggetto di entrare nell'acqua per qualche metro: la superficie liquida, illuminata dal sole, si comporterà come uno specchio e illuminerà il soggetto anche dal basso, creando una compensazione naturale. Lo stesso vale per la neve e - in minor misura - la sabbia. Un semplice pannello riflettente può essere ricavato anche da un lenzuolo, o da un asciugamano bianco. Altre volte si utilizzano materiali quali il polistirolo espanso, l'alluminio in rotoli, o attrezzature appositamente studiate come il classico ombrello da fotografo.
Ma perché andarsi a complicare la vita? No, scusate, ma tutte le volte che mi vien voglia di fare una foto alla ragazza devo mettermi lì a cercare un asciugamano bianco, oppure farla entrare nell'acqua anche se non vuole? E se siamo in un giardino dove caspita la trovo l'acqua? Devo forse portarmi dietro un pannello di polistirolo? Insomma, non è cosa.
E allora? Allora impariamo dai fotografi di matrimonio e non usciamo mai da casa senza aver messo nella borsa fotografica almeno un flash.
Dopodiché impariamo come si adopera in luce diurna, l'utilizzo delle funzioni fill-in o slow-synch.

Per capire bisogna andare con calma e seguire il discorso passo passo. Ritorniamo ai fotografi di matrimonio. Loro usano il flash senza problemi e senza dover fare troppi calcoli non tanto perché utilizzino funzioni sofisticate, quanto perché usano di solito fotocamere di medio formato dotate di otturatore centrale. Lo svantaggio dell'otturatore centrale è che non sono possibili i tempi di otturazione rapidissimi che caratterizzano le reflex dell'ultima generazione (anche se un giorno qualcuno mi dovrà spiegare che cosa se ne fa di 1/8000 di secondo); il vantaggio è costituito dalla possibilità di sincronizzare il flash con tutti i tempi di otturazione. In questo modo si può giocare con la luce a proprio piacimento, sommando la luce lampo alla luce ambiente oppure escludendo del tutto l'influenza di quest'ultima, a seconda delle esigenze di ripresa.

Al contrario, le reflex di piccolo formato hanno un otturatore a tendina sul piano focale (molto più economico dal momento che esiste un solo otturatore nella macchina e non tanti otturatori quanti sono gli obiettivi del corredo), che presenta un limite invalicabile costituito dal tempo minimo di sincronizzazione.

Di che cosa si tratta? Pensiamo per un attimo che nell'otturatore a tendina il tempo di otturazione non è stabilito dal vero e proprio tempo durante il quale le lamelle rimangono aperte (come avviene nell'otturatore centrale), ma dalla larghezza della fessura tra le tendine che scorrono davanti alla finestrella di esposizione. Nei tempi veloci, la seconda tendina "parte" quando la prima non è ancora arrivata a fine corsa, determinando così una fessura più o meno larga. A mano a mano che si allunga il tempo di otturazione, la fessura si fa sempre più larga, fino al momento in cui essa diviene larga quanto la finestrella di esposizione. A questo punto la seconda tendina parte quando la prima è già arrivata a fine corsa, il che significa che per un breve istante la finestrella di esposizione rimane totalmente scoperta. È in questo momento che può partire il lampo, con la certezza che tutto il fotogramma ne risulterà correttamente illuminato. Se si facesse partire il lampo quando si usano tempi più rapidi, si otterrebbe un negativo solo parzialmente illuminato dal flash, in quanto la parte dell'inquadratura parzialmente coperta dalle tendine in corsa subirebbe soltanto l'influsso della luce ambiente.

INCISO: FUNZIONAMENTO DELL'OTTURATORE
jpgL'otturatore centrale è costituito da diverse lamelle che, premendo il pulsante di scatto, si aprono e si chiudono e permettono al fascio di luce raggiungere la pellicola per il tempo necessario ad una corretta esposizione. Trovandosi al centro dell' obiettivo ed aprendosi ad iride espone contemporaneamente tutta l' immagine.
Non permette tempi molto veloci, 1/500di sec. max, ma è facile da sincronizzare: infatti con il lampo Flash permette la sincronizzazione fino ad 1/500 di sec., tempo ottenibile grazie al fatto che aprendosi ad iride (partendo dal centro) espone tutta l' immagine contemporaneamente.
In genere si trova sugli obiettivi per medio formato e grande formato.


jpgL'otturatore a tendina è quello usato sulle reflex 35mm , con due varianti: a scorrimento orizzontale ed a scorrimento verticale.
Il suo funzionamento è completamente diverso dall' otturatore centrale: in realta le tendine sono due, al momento dello scatto parte la prima tendina e subito dopo l' altra; per tempi molto brevi si crea una finestra che espone la pellicola a settori. I tempi che si raggiungono con questo tipo di otturatori è elevato, nell' ordine di un 1/8000 di sec. Per contro hanno un tempo di sincronizzazione basso (rispetto all'otturatore centrale ): max 1/125 di sec.


jpg L' otturatore a scorrimento verticale "a lamelle" al posto delle tendine ha appunto delle lamelle che si aprono e si chiudono in senso verticale , con questo sistema il tempo di sincronizzazione flash sale fino ad 1/250 di sec.

Questo tempo di otturazione durante il quale la finestrella di esposizione rimane completamente scoperta è il tempo minimo di sincronizzazione. Attenzione: abbiamo detto "tempo minimo": contrariamente a quello che credono spesso i principianti, questo non è l'unico tempo di otturazione sincronizzabile con il flash: ovviamente possono essere usati anche tutti i tempi più lenti. E proprio qui stanno le possibilità di utilizzo del flash in luce diurna.

Premesso questo, analizziamo passo dopo passo le procedure da utilizzare quando ci si trovi di fronte a un soggetto in ombra contro uno sfondo illuminato.
Step one, come si dice su Internet: misurare l'esposizione per lo sfondo, o meglio, verificare quale diaframma viene consigliato dall'esposimetro mantenendo come tempo fisso il tempo di sincronizzazione. Esempio: il tempo di sincronizzazione della mia fotocamera è pari a 1/125 di secondo.
Punto l'esposimetro sullo sfondo per vedere quale diaframma devo usare con questo tempo. Immaginiamo che l'esposimetro mi suggerisca un diaframma pari a f/11.
Controllo sulla tabella allegata al flash la distanza di illuminazione corrispondente a f/11. Se ad esempio il flash è caratterizzato da un numero-guida pari a 45, la distanza massima di illuminazione corrispondente a f/11 è di quattro metri.

Edited by PrRosalba - 15/2/2017, 16:12
 
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